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Uno spritz con ghiaccio…grazie!

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Uno spritz con ghiaccio…grazie!

E’ arrivata la bella stagione e non c’è niente di meglio di una bella bibita fresca per refrigerarsi, da un thè freddo, ad uno spritz a dell’acqua con ghiaccio; ma, che cosa ingeriamo assieme ai cubetti di ghiaccio?

 

Premettiamo che di ghiaccio ce ne sono molteplici tipi ma ci focalizziamo sul ghiaccio per gli esercizi pubblici ottenuto da un fabbricatore del ghiaccio automatico che permette di ghiacciare l’acqua potabile che, quest’ultima, deve essere conforme al D. Lgs.31/01. La potabilizzazione dell’acqua da parte del gestore del servizio è garantita fino al punto d’entrata (il contatore), da quel momento in poi è a carico del gestore del locale occuparsi della potabilità.

La maggior parte delle contaminazione dell’acqua avvengono per una mancata manutenzione della rete idrica del locale, per una mancata manutenzione del fabbricatore del ghiaccio e/o per una scorretta o assente sanificazione della macchina, ultimo e non per ordine di importanza, anche la mancata sanificazione del cestello porta ghiaccio.

E’ consigliabile al gestore del locale (OSA) una annuale analisi dell’acqua per verificarne la potabilità mediante ricerche microbiologiche ai sensi della normativa vigente, il D. Lgs. 31/01 ed una accurata manutenzione e sanificazione dell’impianto fabbricatore del ghiaccio e delle attrezzature per il suo stoccaggio anche se temporaneo.

 

Nel ghiaccio si possono riscontrare diversi batteri patogeni e lieviti che possono dar luogo a diverse infezioni o tossinfezioni, il rischio maggiore sta ovviamente nei soggetti immunodepressi, anziani e bambini e soprattutto nei periodi più caldi.

Un’indagine effettuata dalla BBC nel Regno Unito ha evidenziato che in alcuni cubetti di ghiaccio prelevati dai bicchieri delle bevande preparate in caffetterie vi erano dei batteri fecali (microrganismi indicatori della scarsissima igiene del personale e delle macchine usate per la produzione del ghiaccio) che non dovrebbero essere assolutamente presenti.

 

Purtroppo, contrariamente a false credenze, le basse temperature, quale il congelamento, non uccidono le forme batteriche; il freddo, a differenza del caldo, ha un effetto batteriostatico e non battericida, lascia vivi i batteri e li “congela” ma alle condizioni ottimali di crescita, cioè ad acqua liquida e non più ghiacciata, riprendono la loro attività vegetativa.

Un’altra cattiva notizia è che nemmeno immersi nell’alcool i microrganismi muoiono, quanto meno non tutti, sicchè un bel cocktail alcolico con ghiaccio non è sinonimo di sicurezza microbiologica.

 

Per poter avere sempre a portata di mano una piccola guida per la produzione del ghiaccio è possibile scaricare qui sotto una brochure redatta dall’Istituto Nazionale Ghiaccio Alimentare (INGA).

SCARICA QUI LA BROCHURE

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Elisa Caniato

Alcuni sogni realizzati, tanti ancora da realizzare con passione e tenacia. Laureata in Scienze e tecnologie alimentari, precisa maniacale e pianificatrice di natura. Ama leggere, relazionarsi con le persone, conoscere le novità più strampalate dell’alimentazione; adora i bambini e si appassiona delle loro esigenze…soprattutto quelle alimentari. Abbi cura del cibo come fosse l’essenza della tua anima!