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Corretto utilizzo dell’aria condizionata negli ambienti di lavoro

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Corretto utilizzo dell’aria condizionata negli ambienti di lavoro

Siete come Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, che regola il termostato a 15 gradi o come l’ex Presidente USA Barack Obama che, come hanno riferito al New York Times persone a lui vicine, nello Studio Ovale manteneva una temperatura tale da “far crescere le orchidee”?

La refrigerazione artificiale dell’aria nell’ambiente in cui lavoriamo sicuramente ci aiuta in queste giornate estive, non solo per chi lavora in un ufficio, ma anche negli esercizi commerciali e nelle aziende, tuttavia nasconde anche alcune insidie ed è possibile causa di discussioni tra colleghi.

Uno scorretto utilizzo dell’aria condizionata può causare dei danni alla nostra salute; ecco alcuni motivi per cui è necessario regolare al meglio la temperatura presente nel luogo di lavoro:

  1. SHOCK TERMICO: innanzitutto bisogna fare attenzione alla differenza tra temperatura esterna e interna. La differenza tra queste due temperature, come indicato dall’INAIL, dovrebbe essere al massimo di 5-7 gradi per evitare quello che viene detto shock termico. Infatti, se si passa da una temperatura esterna di 30-35 gradi a una interna di 20 gradi, lo sbalzo termico può determinare problemi respiratori come mal di gola, tosse, raffreddore, fino a infiammazioni più serie come bronchiti, otiti e rino-sinusiti.
  2. PATOLOGIE OSTEO-MUSCOLARI: torcicollo, dolori cervicali, contratture muscolari, mal di schiena e cefalea frequentemente vengono causati proprio da uno scorretto utilizzo dell’aria condizionata.
  3. ALLERGIE E INFEZIONI RESPIRATORIE: una cattiva manutenzione degli impianti e la mancata pulizia dei filtri può contribuire all’ insorgere di allergie. Nei filtri, infatti, si annidano polveri, acari, pollini, batteri e funghi che possono scatenare crisi allergiche o infezioni delle vie respiratorie.

Negli impianti di condizionamento può svilupparsi anche un temibile batterio, la Legionella Pneumophila, che causa una grave forma di polmonite, con un tasso di mortalità complessivo del 5-10%. In questi giorni vi è stata la terza vittima e ad oggi vi sono stati 24 contagi nel milanese.

Un interessante studio sull’impatto dell’aria fredda sul tratto respiratorio e le sue conseguenze sulla salute è stato pubblicato a Maggio di quest’anno sulla rivista Clinical and Translational Allergy.

  1. PATOLOGIE OCULARI: un tasso di umidità non adeguato e una ventilazione errata, sommati a una temperatura troppo bassa possono avere conseguenze anche sugli occhi, con secchezza oculare o lacrimazione eccessiva fino a disturbi della vista e congiuntiviti.
  2. DISTURBI GASTROINTESTINALI: il nostro apparato digerente è sensibile agli sbalzi eccessivi di temperatura; la flora intestinale, già messa alla prova dal caldo estivo, può risentirne, determinando disturbi banali come dolori addominali fino a vere e proprie enteriti.

Per ottenere il massimo comfort termico ed evitare problemi alla salute basta seguire semplici regole:

  • durante l’uso dei condizionatori mantenere chiuse porte e finestre
  • proteggere gli ambienti dal sole utilizzando delle tende
  • evitare livelli di temperatura troppo bassi rispetto alla temperatura esterna (la temperatura interna, come già detto, dovrebbe essere al massimo di 5-7°C più bassa rispetto a quella esterna)
  • dopo aver raffreddato l’ambiente si può impostare la funzione “deumidificazione” per mantenere il benessere termico
  • per raffreddare un ambiente molto ampio si deve rispettare il tempo necessario; abbassare al massimo il termostato non riduce questo tempo
  • pulire periodicamente i filtri ed effettuare la manutenzione dell’intero impianto
  • evitare che l’aria fredda arrivi direttamente sulla postazione di lavoro.

 

MA QUAL È LA TEMPERATURA GIUSTA E QUALI SONO LE REGOLE DA SEGUIRE?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità indica, in generale, come ideale la temperatura tra i 18 gradi (d’inverno) e i 24 gradi (d’estate).

Il D.lgs. n. 81 del 2008 fornisce alcune indicazioni sulla temperatura da tenere nei luoghi di lavoro:

  • la temperatura nei locali deve essere adeguata durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori
  • nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tener conto dell’influenza che possono esercitare il grado di umidità e il movimento dell’aria concomitanti
  • ai lavoratori devono essere garantite una sufficiente e salubre quantità di aria. Qualora vengano impiegati impianti di condizionamento d’aria o di ventilazione meccanica, essi devono funzionare in modo tale che i lavoratori non vengano esposti a correnti d’aria fastidiose
  • ogni deposito o accumulo di sporcizia che possono comportare immediatamente un rischio per la salute dei lavoratori, a causa dell’inquinamento dell’aria respirata, devono essere eliminati rapidamente.

 

Il DPR n. 74 del 2013 regolamenta “l’esercizio, la conduzione, il controllo, la manutenzione e l’ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici”, dando precise istruzioni a chi fa uso dei condizionatori.

Nel dettaglio: in inverno, è buona norma mantenere la temperatura intorno ai 18 gradi, mentre in estate il termostato non dovrebbe mai scendere al di sotto dei 24 gradi. Inoltre è molto importante anche il livello di umidità dell’aria che dovrebbe oscillare tra il 40 e il 60% e non scendere mai al di sotto del 35%.

Quindi la temperatura ideale in estate dovrebbe essere intorno ai 24-26 °C e il condizionatore deve essere installato nel luogo più opportuno per fare in modo che il flusso d’aria risulti omogeneo in tutto l’ambiente.

Altro fattore fondamentale per il benessere nel luogo di lavoro è rappresentato dalle correnti di aria. Secondo le linee guida ISPESL per uffici amministrativi le correnti non devono mai superare gli 0,15 m/s.

 

LA BATTAGLIA DEL TERMOSTATO

Nei luoghi di lavoro l’aria condizionata è frequente motivo di discussione tra colleghi.

In alcuni casi si assiste a una vera e propria “battaglia del termostato” e, secondo una ricerca negli USA, il 50% degli impiegati s’infuria, ma resta insoddisfatto.

È interessante un’indagine promossa da “Found!”, condotta su un campione rappresentativo di 2.500 lavoratori dipendenti (tra i 25 e i 65 anni), e realizzata con metodologia Woa (Web opinion analysis), attraverso un monitoraggio on-line sui principali social network, blog, forum e community dedicate.

Dallo studio è emerso che solo il 26% dei dipendenti ritiene che il clima sia adeguato. Il restante 43% si ritrova a combattere “dolori da aria condizionata”, mentre il 21% vive in una sauna.

 

Per il 40% dei dipendenti non c’è alcun modo di controllare il termostato e “il condizionatore diventa una macchina infernale”.

I battibecchi (come i disturbi) aumentano con l’età. Mentre gli impiegati junior in qualche modo si adattano e meno di uno su tre si lamenta, il 69% di quelli che hanno tra i 46 e i 55 anni perdono le staffe.

A lamentarsi maggiormente dell’aria condizionata in ufficio sono le donne che, nel 75% dei casi, tollerano a malapena le basse temperature del termostato. La motivazione, secondo il dottor Boris Kingma della Maastricht University Medical Centre, risiede nel fatto che le temperature sono, di norma, tarate sul metabolismo basale di un uomo medio (Basal metabolic rate – BMR). Quindi nella maggior parte degli uffici, mentre gli uomini in giacca e cravatta tendono a fare un uso “disinvolto” dell’aria condizionata, le donne cercano di cautelarsi come possono, indossando sciarpe, cardigan e giacche. Esiste perciò un rischio concreto che questo “gap termico di genere” origini malumori e risentimenti, che si riflettono negativamente sul lavoro di tutti.

Litigare di fronte al termostato, infatti, costa e influisce sulla produttività.

In Gran Bretagna, tra spegnere e accendere il condizionatore o nel lamentarsi, si perde il 2% delle ore di lavoro, pari a 13 miliardi di sterline l’anno. In Australia, scrive la BBC, il caldo asfissiante costa 6,2 miliardi di dollari. Eppure è un dato di fatto che temperature confortevoli, intorno ai 25 gradi, aiutino la produttività.

 

In conclusione quando le temperature troppo elevate non permettono di lavorare in modo sereno e produttivo, cercare conforto nell’aria condizionata non è sbagliato.

Il consiglio è quello di seguire le indicazioni fornite dalla normativa, stabilire delle regole di civile convivenza e trovare un compromesso che non danneggi alcuno.

È necessario utilizzare l’aria condizionata in maniera intelligente sia nell’ambiente di lavoro che nelle nostre abitazioni, per evitare rischi per la salute e conflitti con i colleghi di lavoro.

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Monica Navaro

Medico-Chirurgo in formazione specialistica in Igiene e Medicina Preventiva. Sono iperattiva, meticolosa, creativa e sempre alla ricerca di nuove occasioni per migliorare me stessa. Le mie passioni sono lo studio, la mia professione, il cibo e il mare.