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Consulenza continuativa

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RSPP
Consulenza continuativa.
Chi lavora in azienda deve sentirsi come in famiglia

Il lavoratore è componente fondamentale dell’azienda, che deve garantire la sua sicurezza e il piacere di lavorarvi.
Sistema Sicurezza Rovigo offre consulenza come:

  1. Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP);
  2. Responsabile Tecnico Sicurezza Antincendio (RTA);
  3. Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti (RTGR);
  4. Tecnico Sicurezza Laser (TSL).
RSPP: chi è e quali sono i suoi compiti?

Come definito dalla normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro all’art. 32 del D.Lgs. 81/2008, viene stabilito che all’interno di ogni azienda si rende obbligatoria la figura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP).

Chi è il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione?

Se prendiamo la definizione normativa, l’RSPP è la persona, in possesso delle capacità e dei requisiti professionali, designata dal datore di lavoro, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi.

In altre parole, per poter essere un Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione è necessario possedere un titolo di studio non inferiore al diploma di scuola media superiore ed avere conseguito gli attestati relativi a specifici corsi di formazione abilitanti.

A seconda delle dimensioni dell’azienda ed anche a seconda della tipologia di azienda, la figura del RSPP può essere affiancata anche da, gli ASPP (Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione) che ha il compito di “aiutare” il responsabile nello svolgimento del lavoro assegnato.

Quali sono i compiti del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione?

La caratteristica fondamentale del RSPP è quella di essere un soggetto che svolge una funzione consultiva e propositiva, ovvero è in grado di aiutare il Datore di lavoro nel:

  • Rilevare i fattori di rischio, determinando nello specifico i rischi presenti all’interno dell’attività/processi produttivi e lavorativi,
  • elaborare un piano contenete le misure di sicurezza da applicare a tutela dei lavoratori,
  • presentare i piani formativi e informativi allo scopo di addestrare i lavoratori;
  • collaborare in modo continuativo con il datore di lavoro per elaborare dati riguardanti i rischi presenti negli ambienti di lavoro, redigere misure preventive e protettive e saper leggere le relazioni del medico competente, allo scopo di effettuare la valutazione dei rischi.

 Il RSPP, a differenza del DATORE DI LAVORO, è una figura che NON detiene il potere di spesa all’interno del contesto lavorativo, anche quando si tratta di attuare le misure di sicurezza. Esse, infatti, rimangono sempre e comunque in capo al datore di lavoro.

Nello specifico l’RSPP deve provvedere a:

  • individuare i fattori di rischio aziendali;
  • effettuare una valutazione dei rischi;
  • individuare le misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro;
  • elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali;
  • proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
  • partecipare alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, nonché alla riunione periodica;
  • fornire ai lavoratori le informazioni necessarie.

La funzione di RSPP (datore di lavoro) può essere esercitata dal datore di lavoro stesso se si tratta di un’azienda del settore aventi queste caratteristiche:

  • Artigiano o Industriale con un massimo di 30 lavoratori;
  • Agricolo o Zootecnico con un massimo di 10 lavoratori;
  • Ittico con un massimo di 20 lavoratori;
  • Altri Settori con un massimo di 200 dipendenti.

In tal caso il datore di lavoro deve aver frequentato uno specifico corso di formazione sulla base della classe di rischio dell’attività (definita dai settori ATECO in rischio BASSO, MEDIO o ALTO). La durata di tali percorsi formativi varia dalle 16 alle 48 ore in funzione rischio.

In alternativa il datore di lavoro può, dopo aver verificato il possesso di formazione e specifiche capacità/requisiti professionali dei lavoratori, nominare un suo dipende come RSPP (interno).

Come ultima, ma non per ordine di importanza, il datore di lavoro può richiedere l’attribuzione dell’incarico di RSPP ad una persona esterna all’azienda (professionista esterno), previo accertamento delle competenze tecniche e professionali richieste dalla legge.

Ricordo infine che la nomina dell’RSPP è uno degli obblighi non delegabili del datore di lavoro (Art.17 D.Lgs. 81/08).

E tu, sei sicuro di usare a tuo vantaggio questa figura?

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RTA: chi è e quali sono i suoi compiti?
Chi è il Responsabile Tecnico Sicurezza Antincendio?

Il RTA (o Responsabile Tecnico Sicurezza Antincendio), figura introdotta dal D.M del 19/03/2015, è un soggetto in possesso di attestato di partecipazione, con esito positivo, ai corsi base di specializzazione ai sensi del decreto del Ministro dell’interno 5 agosto 2011. Tali corsi o seminari di aggiornamento in materia di prevenzione incendi sono necessari ai fini dell’iscrizione agli albi dei professionisti antincendio. Questa figura può coincidere con altre figure tecniche presenti all’interno dell’attività.

Quali sono i suoi compiti del Responsabile Tecnico Sicurezza Antincendio?

Il Responsabile Tecnico Sicurezza Antincendio dovrà svolgere le seguenti mansioni:

  • predisporre e attuare un sistema di Gestione della Sicurezza finalizzato all’adeguamento Antincendio (Piano di GSA). Per questo motivo, il RTA deve conoscere gli aspetti tecnici e realizzativi del progetto, per non parlare delle norme specifiche di prevenzione incendi; Tutto questo al fine di soddisfare gli obiettivi di sicurezza antincendio.
  • coordinarsi con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) per la verifica della compatibilità del Documento di Valutazione dei Rischi (D.V.R.) e del relativo Piano di Emergenza ed Evacuazione esistenti, con i contenuti del Piano di GSA;
  • redigere e presentare al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) attestante il rispetto dei requisiti di sicurezza antincendio;
  • realizzare un programma organizzato comprendente gli interventi per l’adeguamento stabilito dal decreto 19/03/2015;
  • conoscere l’attività nello specifico. Nello specifico deve essere informato su impianti, strutture, procedure operative ordinarie di esercizio e procedure operative di emergenza, gestione del personale…;
  • essere in grado di interpretare, integrare e armonizzare gli aspetti tecnici e di gestione con lo scopo di raggiungere un obiettivo specifico.

E tu, sei sicuro di usare a tuo vantaggio questa figura?

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RTGR: chi è e quali requisiti deve avere?
Chi è il Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti?

Il Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti (o RTGR), come definito all’interno del D.M del 3/06/2014, è quella figura che attua azioni dirette ad assicurare la corretta organizzazione nella gestione dei rifiuti da parte dell’impresa nel rispetto della normativa vigente e di vigilare sulla corretta applicazione della stessa.

Tale figura può essere esercitata da un soggetto interno all’azienda, come, ad esempio, il legale rappresentante e/o titolare dell’azienda, un dipendente, o da un soggetto esterno all’organizzazione dell’impresa.

Affinché un’azienda possa essere iscritta all’Albo Gestori Ambientali, è necessaria la nomina di un Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti.

In particolare, tale figura è obbligatoria per le aziende che si occupano di:

  • raccolta e trasporto di rifiuti urbani;
  • operazioni di raccolta e trasporto che riguardano i produttori iniziali di rifiuti (pericolosi – fino a trenta chilogrammi o trenta litri al giorno – o non pericolosi);
  • distributori, installatori, trasportatori e gestori dei centri di assistenza tecnica legati ad apparecchiature elettriche ed elettroniche;
  • raccolta e trasporto di rifiuti speciali (pericolosi e non);
  • imprese che effettuano il solo esercizio dei trasporti transfrontalieri di rifiuti;
  • intermediazione e commercio di rifiuti senza detenzione degli stessi;
  • bonifica di siti;
  • bonifica dei beni contenenti amianto.
Quali sono i requisiti per diventare Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti?

Il responsabile tecnico gestione rifiuti, per svolgere tale attività, deve possedere:

  • un titolo di studio idoneo;
  • un’esperienza maturata in settori di attività per i quali è richiesta l’iscrizione;
  • un’idoneità (un test di idoneità inziale della preparazione del soggetto e, successivamente, ogni cinque anni, è richiesta un’idoneità attestata tramite verifiche volte a garantire il necessario aggiornamento).

E tu, sei sicuro di usare a tuo vantaggio questa figura?

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TSL: chi è e quali sono i suoi compiti?
Chi è il Tecnico Sicurezza Laser?

Il TSL (o Tecnico Sicurezza Laser), figura introdotta tramite il D.lgs 81/08, è quel soggetto che deve essere nominato all’interno di quelle aziende dove avviene l’“esposizione a radiazioni ottiche artificiali durante il lavoro con particolare riguardo ai rischi dovuti agli effetti nocivi sugli occhi e sulla cute. In particolare, è necessario in quelle aziende dove vengono utilizzati laser in classe 3B o 4, anche se, in alcuni casi, è consigliato anche in presenza di laser in classe 1M e 2M, se costituiscono un rischio.

In questi casi, il datore di lavoro richiede una valutazione dei rischi derivanti da esposizione che viene effettuata da personale qualificato nell’ambito del servizio di prevenzione e protezione in possesso di specifiche conoscenze in materia. Tali figure vengono chiamate “Tecnici Sicurezza Laser”.

Quali sono i compiti del Tecnico Sicurezza Laser?

Sebbene al momento la normativa non preveda nessun titolo specifico di studio e nessun percorso formativo inerente, Il Tecnico Sicurezza Laser deve possedere competenze e capacità idonee all’entità del compito che deve svolgere.

Il Tecnico Sicurezza Laser, in base alla norma CEI EN 60825-1, deve:

  • conoscere le caratteristiche del laser di cui il TSL si occupa e i pericoli ad esso associati;
  • saper gestire la sicurezza del laser di cui si occupa;
  • individuare e demarcare la Zona laser controllata sulla base della Distanza Nominale Rischio Oculare (di cui deve conoscere il significato) e delle caratteristiche dell’ambiente di installazione;
  • verificare e predisporre la segnaletica di avvertimento, controllo dell’accesso;
  • valutare e gestire i dispositivi di protezione individuale specifici per il laser di cui si occupa;
  • individuare le precauzioni da mettere in atto per garantire che l’esposizione degli addetti sia inferiore ai livelli massimi permessi;
  • redigere il regolamento di sicurezza laser specifico per il laser di cui si occupa, che diventerà parte integrante del rapporto di valutazione del rischio.

Inoltre, il TSL deve essere in grado di gestire l’archivio di tutti i sistemi laser presenti in azienda; in particolare, deve riconoscere ciascun sistema laser, la classe di riferimento, le modalità ed il luogo di utilizzo all’interno dell’azienda, e le rispettive procedure di sicurezza e/o restrizioni limitazioni di impiego. Non solo, deve assicurarsi che vengano rispettate le procedure tecniche, organizzative e procedurali sul corretto utilizzo del laser. Infine, deve agire quando si riscontri un mancato nella applicazione delle procedure di sicurezza.

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